Schermata del 2025-07-27 08-35-11

Gli operai precipitati a Napoli avevano 53, 61 e 66 anni

Si continua a morire di lavoro costantemente, quasi come se fosse un effetto inevitabile e invece e’ la più grande responsabilità di un sistema che persevera nell’indifferenza o peggio ancora nella scelta consapevole di non avviare un percorso concreto di azioni e investimenti risolutivi in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

L’emergenza caldo non può risolversi con ordinanze rimesse alla facoltà delle singole regioni. D’altro canto nonostante il caldo record i cantieri risultano pienamente operativi.

A dimostrazione che serve un intervento strutturale a livello legislativo che preveda una nuova disciplina dell’orario di lavoro nel periodo estivo, soprattutto per le attività più a rischio, con attivazione della cassa integrazione nei settori e nelle ore da bollino rosso.

La recente morte dell’operaio edile nel cantiere di Praia a Mare, colto da un malore che non può escludersi sia riconducibile al caldo, pone un problema anche di controlli .

A che servono le ordinanze se poi non se ne verifica l’applicazione ?

Manca un utilizzo strategico degli Ispettorati del lavoro , su cui non si investe .

E’ paradossale che la sicurezza sia un’emergenza e che l’Ispettorato del Lavoro sia l’unica Amministrazione esclusa dall’incremento del salario accessorio, che non si mettano gli Ispettori nelle condizioni di prevenire le morti, potenziando i loro strumenti di intervento, da quelli digitali a quelli legislativi e che non si garantisca soprattutto una programmazione coordinata e mirata a contrastare le illegalità più diffuse . La tragedia di Napoli dove tre operai sono precipitati da un ponteggio pone troppi interrogativi .

Era a norma il ponteggio ?

Chi lo aveva allestito era effettivamente formato e munito di patentino per l’allestimento ?

Gli operai erano muniti di Dispositivi di protezione individuale salvavita come le cinture di sicurezza ?

Erano stati informati dei rischi in materia di sicurezza e formati sulle azioni di prevenzione ?

Sono troppo diffuse, consolidate e poco contrastate cattive prassi di acquisto a buon mercato di attestati fittizi di formazione e informazione o di assunzioni con basse qualifiche diverse da quelle effettivamente svolte e per le quali non si e’ addestrati . Prassi che consentono grandi “risparmi di spesa”, ma che uccidono esseri umani in modo inaccettabile, ma purtroppo inspiegabilmente tollerato .

Sulla sicurezza si deve radicalmente cambiare rotta, investire, pianificare , intervenire in modo mirato e non episodico . La sicurezza deve essere una priorità assoluta, per la Cgil lo e’ e agiremo affinché lo sia per il Paese.

 

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