CGIL COSENZA

Antonio Gramsci ha detto “L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari

Noi siamo convinti dell’importanza della Storia, della nostra Storia, che è quella di tutti gli iscritti e dei lavoratori che hanno composto il sindacato da quando è nato.

 

Inizio del 1900

Quella del primo maggio del 1913 è una Festa del lavoro storica per Cosenza e provincia: nasce la Camera del lavoro provinciale.

Inizia così un percorso lungo più di un secolo, costellato di battaglie condotte sempre al fianco degli ultimi per il riscatto economico, sociale e culturale del popolo, autentico artefice e protagonista delle lotte sindacali.

In quel primo maggio del 1913 viene posta la prima pietra di una strada che ha fatto tanti chilometri ma che ne ha ancora moltissimi chilometri davanti a sé.

La Camera del lavoro provinciale viene fondata da rappresentanti delle leghe di resistenza e di società operaie convocati nella città bruzia da un comitato d’azione sociale.

Al sindacato aderiscono le società operaie di Pedace, Montalto, Rossano, Rende e Acquaformosa, il gruppo operaio di Spezzano Piccolo, l’unione operaia di Mendicino, il circolo giovanile operaio di Belvedere Marittimo, le federazioni democratiche di Rogliano e Spezzano Grande. Alla fondazione contribuiscono anche esponenti dei partiti socialista, repubblicano e radicale.

Dopo aver nominato gli organi dirigenti, l’importante giornata congressuale si conclude con la celebrazione della Festa del lavoro in contrada Caricchio.

Il dieci agosto dello stesso anno, la fase organizzativa si chiude con l’elezione del primo segretario generale della Camera del lavoro di Cosenza: Federico Adami.

Primo dopo guerra

Dopo il primo dopoguerra a ridare impulso alle organizzazioni di classe è una rinnovata coscienza sindacale che matura tra il popolo. Di fronte alla disoccupazione e alla fame, artigiani, proletari e impiegati decidono di ricostruire la Camera del lavoro, vengono eletti i nuovi dirigenti, quasi tutti operai e artigiani.

Sulle ali di questa e di altre battaglie dirette a miglioramenti salariali e delle condizioni di lavoro, condotte con successo in tutta la provincia tra il 1919 e il 1920, il sindacato arriva a toccare quota 1200 iscritti.

Da ricordare lo sciopero del ’19 dei ferrovieri delle Calabro-Lucane, l’agitazione dei loro colleghi delle linee Paola-Cosenza e Cosenza-Sibari, la mobilitazione degli operai della fabbriche Ragonesi e Broccolo e nel marzo del ’20, la protesta dei lavoratori della nascente ferrovia silana. La protesta attraversa tutta la provincia e porta, tra l’altro, all’inaugurazione di una Camera del lavoro a San Giovanni.

Particolarmente significativa la battaglia dei lavoratori dell’agro di Cosenza e Rende. Una battaglia fatta di scioperi e cortei che, l’11 novembre del 1920, spinge circa diecimila contadini a manifestare davanti alla prefettura. Il lungo braccio di ferro con i proprietari terrieri si conclude il 22 marzo del 1921 quando viene sottoscritta un’intesa che accoglie parte delle richieste dei lavoratori.

Ventennio Fascista

L’ombra nera del fascismo, però, si allunga ormai su tutta l’Italia e non risparmia certo il cosentino, anche grazie all’appoggio delle forze conservatrici e alla connivenza delle autorità.

Si assiste all’escalation della violenza squadrista: il 12 maggio del ’21 cade sotto i colpi del fuoco fascista il socialista Riccardo De Luca, la Camera del lavoro proclama lo sciopero generale.

Il 14 settembre del ’24 la stessa sorte tocca a Paolo Cappello, operaio di 34 anni, che muore in ospedale dopo sette giorni di agonia, migliaia di persone partecipano ai funerali organizzati dal sindacato. Alla vigilia di Natale dello stesso anno, a Malito vengono feriti Giuseppe Bianchi, segretario della locale Camera del lavoro confederale, i fratelli Vittorio, Emilia e Luisa Mancini e in maniera grave Antonio Prato.

La Camera del lavoro confederale e le forze democratiche cercano di reagire, costituendo l’Alleanza per il lavoro. Proteste e manifestazioni si susseguono e vivono un momento importante il primo maggio del 1921 quando migliaia di persone si riuniscono sotto la sede della Camera del lavoro confederale per poi recarsi in corteo in piazza dei Valdesi e assistere a un appassionato comizio.

Il 20 luglio del ’22 l’Alleanza per il lavoro proclama lo sciopero generale . Ma l’ascesa al potere di Mussolini spezza ogni tentativo di resistenza, il 10 novembre del ’25 viene decretato lo scioglimento delle organizzazioni antifasciste e l’invio al confino dei suoi dirigenti. La sola rappresentanza dei lavoratori riconosciuta dal regime è il sindacato fascista.

La sede della Camera del lavoro confederale di Cosenza, vittima di numerose incursioni degli squadristi, e le sezioni distaccate sono già chiuse da qualche tempo.

 

Secondo dopoguerra

La caduta del fascismo e l’armistizio dell’otto settembre del ’43 segnano la rinascita democratica e la ripresa delle lotte sindacali in Calabria e nel Cosentino.

A Cosenza la Camera del lavoro ha già ripreso l’attività nell’ultimo scorcio del 1943 sotto il timone di due responsabili organizzativi: Nino Malara e Nino Wodistka, confinato politico durante il fascismo.

La riorganizzazione sul territorio prosegue a inizio ’44 quando il CNL conferisce a Ubaldo Montalto la carica di segretario generale della Camera del lavoro bruzia.

Terminata la fase riorganizzativa, la Camera del lavoro di Cosenza torna ad essere il faro delle battaglie sociali e testimone di nuovi fermenti ideali. La sede di piazza della Vittoria, ad esempio, ospita l’11 dicembre del 1944 la costituzione dell’Udi (Unione donne italiane) provinciale.

Nel ’45 l’Udi festeggia l’otto marzo nel cinema della Camera del lavoro. Fiduciaria dell’associazione è Giustina Gencarelli, pioniera del movimento femminista calabrese che, da candidata per il Pci all’Assemblea costituente, nel ‘46 affianca Palmiro Togliatti nei suoi comizi di Catanzaro e Cosenza. Negli anni ’40 le energie del sindacato regionale e cosentino sono dirette principalmente a guidare la grande lotta per le terre, evento dalle proporzioni e dagli effetti dirompenti in Calabria, così come nel resto del Mezzogiorno. Man mano che la puntuale opera della Camera del lavoro di Cosenza e delle leghe coinvolge fasce più ampie di contadini, sale il livello della partecipazione nelle campagne che dal ’48 coinvolge migliaia di persone.

Alla guida della Cgil cosentina Gino Picciottofuturo parlamentare del Pci per più legislature – subentra a Ubaldo Montalto.

Nei primi sei mesi del ’49 infine in tutta la provincia di Cosenza i disoccupati attuano molteplici scioperi alla rovescia che culminano il 20 giugno in una protesta ad oltranza. Lo sciopero alla rovescia è un inedito schema di lotta, adottato poi in tutto il Sud, con il quale i senza lavoro si dedicano alla costruzione di opere di pubblica utilità.

La lotta si blocca solo il 30 giugno a seguito di un’intesa tra la Camera del lavoro e le istituzioni per l’inizio di un primo lotto di lavori pubblici. Oltre agli stanziamenti per proseguire le opere cominciate, l’agitazione porta alla conquista della giornata lavorativa di otto ore e al blocco degli straordinari, con conseguente aumento dell’ occupazione.

Anni ’50 e ’60

Nel 1951 Giuseppe Oliverio viene nominato segretario della Cgil di Cosenza. Nel marzo dello stesso anno, Salvatore Frasca, segretario della Camera del lavoro di Cassano, viene arrestato perché durante un comizio incita i militari a disertare. La reazione della gente sfocia in un partecipato sciopero generale.

Nel ‘51, contemporaneamente alla battaglia contro la legge Sila, nelle campagne cosentine esplode la protesta dei braccianti e delle raccoglitrici per una giusta ripartizione delle castagne e delle olive e per l’applicazione dell’imponibile di manodopera.

Nel ’53 le battaglie dei lavoratori si intrecciano alla mobilitazione contro la riforma elettorale passata alla storia come legge truffa: scioperi e manifestazioni si registrano in tutta la provincia. Tra gli altri, il 16 gennaio incrociano le braccia i ferrovieri e gli edili, il giorno seguente i minatori di Lungro e la Fiom di Cosenza.

La polizia reagisce con numerosi arresti, solo quattro a Castrovillari, a Spezzano Albanese viene sospeso il sindaco.

Il 2 giugno del 1954 a Cosenza si tiene il congresso del popolo meridionale e delle isole per rilanciare l’azione del sindacato a favore del Mezzogiorno, con una particolare attenzione ai lavoratori delle campagne. Ben presto alle lotte a favore di contadini e braccianti si uniscono con vigore quelle per gli operai forestali.

Nel 1955 infatti c’è una nuova svolta per la regione e per il sindacato: in seguito alle gravi alluvioni del dopoguerra e dopo i primi cantieri di inizio decennio, viene varata la legge speciale Calabria.

Tra il 1962 e il 1966 si registrano le mobilitazioni unitarie di lavoratori edili e metalmeccanici. Il ’66 è anche l’anno di importanti conquiste: il 12 maggio viene approvata la legge sulla giusta causa e il 15 luglio quella sui licenziamenti individuali.

Il 18 luglio del 1967 gli operai forestali incrociano le braccia, l’anno seguente alla protesta dei lavoratori si uniscono i giovani, autentici ispiratori della “rivoluzione” sociale e dei diritti che caratterizzerà la conclusione del decennio e i primi anni ’70.

Il 16 ottobre del 1968 infatti si tiene una manifestazione sotto la sede cosentina dell’Opera per la valorizzazione della Sila alla quale partecipano forestali e studenti. Mentre una rappresentanza sindacale incontra i vertici dell’Ovs, il cordone della polizia viene travolto. Finiscono sotto inchiesta studenti, sindacalisti e due braccianti.

Poche settimane più tardi, il 14 novembre, sciopero unitario per la riforma delle pensioni e contro le gabbie salariali. Nel 1969 Giuseppe Pierino subentra a Pasquale D’Ippolito nell’incarico di segretario della Camera del lavoro.

A dicembre del ’69, dopo la strage di piazza Fontana, corteo antifascista a Cosenza di Cgil, Cisl e Uil. E’ una delle prime risposte al terrorismo che sarà sempre combattuto dal sindacato.

Anni ’70 e ’80

 

I ’70 sono anni di grandi conquiste per i lavoratori e la Cgil a livello nazionale e territoriale. Il 20 maggio del 1970 viene approvato lo Statuto dei lavoratori, una serie di “norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro”.

Lo Statuto rappresenta ancora oggi una delle normative principali del diritto del lavoro in Italia. In Calabria, nel 1979, vengono stabilizzati gli operai idraulico-forestali: una grande vittoria alla quale la Camera del lavoro di Cosenza dà un contributo determinante. Un traguardo raggiunto dopo lotte estenuanti che proseguiranno anche negli anni successivi quando, a più riprese, saranno messi in discussione i risultati ottenuti.

Nell’83 torna alla ribalta la vertenza dei forestali: la giunta regionale, a corto di risorse, pensa al licenziamento dei circa trentamila lavoratori del settore. La risposta del sindacato non si fa attendere, il 19 ottobre si tiene una giornata di protesta a Cosenza durante la quale viene anche denunciato il pericoloso ricorso preventivo alla cassa integrazione che viene letto come un segnale di disimpegno da parte della Regione Calabria.

Il 24 gennaio dell’84 la pioggia non scoraggia migliaia di cittadini che accorrono nella città bruzia per assistere al comizio di Luciano Lama in occasione dello sciopero regionale proclamato da Cgil, Cisl e Uil per rilanciare la vertenza Calabria.

Ma il 1984 è anche l’anno in cui viene approvata la norma che vieta per sempre nuove assunzioni nel comparto idraulico-forestale. La decisione però dà nuova linfa al movimento per una forestazione produttiva, il 7 e 8 novembre 1984 Cosenza ospita un convegno nazionale sul settore e sullo sviluppo delle aree interne.

Anni ’90

Nel 1993 viene sottoscritto, tra i primi in Italia, un contratto di solidarietà con il quale i dipendenti del Pantalonificio Valentini, si riducono l’orario di lavoro per evitare i licenziamenti.

Si apre così il decennio della concertazione e di nuove opportunità, non sfruttate, offerte alla Calabria e al Cosentino da patti territoriali, accordi di programma e contratti d’area.

Significativo il caso del patto territoriale di Cosenza, giudicato dall’Europa fra i migliori, che si pone l’obiettivo di creare almeno 800 posti, ma che poi naufraga quando si tratta di dare concretezza al progetto.

Questo decennio è segnato anche delle battaglie condotte dalla Cgil bruzia per la stabilizzazione dei circa 1500 lavoratori del fondo sollievo che a fine 2008 occuperanno il consiglio regionale e l’anno successivo passeranno a tempo indeterminato.

Nel 1995 Mario De Rose cede le redini della Cgil cosentina a Ninì Venuto. Nel 1998 sciopero territoriale unitario che richiama nel capoluogo più di ventimila persone. Dal palco Venuto pone l’accento sulla parola dignità: dignità dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati.

Anche in questo decennio prosegue la battaglia degli operai forestali, con una serie di agitazioni mirate alla difesa del settore e all’abolizione del blocco delle assunzioni, nel 1998 si verificano scontri durante una manifestazione davanti alla sede della giunta regionale.

Dal 2000 ad oggi

Nel 2000 Massimo Covello assume la guida della Camera del lavoro bruzia. Un secolo è ormai al tramonto e di fronte a un mondo che cambia a ritmi vertiginosi, il sindacato deve affrontare nuove sfide, basti pensare a quelle contro la precarietà. Nel dicembre del 2002, a Catanzaro, si registra una delle più importanti proteste dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.

Nel 2008 Pietro Rossi è il nuovo segretario della Cgil di Cosenza. Il primo maggio dello stesso anno a Piano Lago si tiene un incontro sulla sicurezza del lavoro, durante il quale il sindacato pone nuovamente con forza l’accento su una drammatica questione mai risolta. Il 12 dicembre sciopero generale con mobilitazione in piazza dei Bruzi.

Giovanni Donato assume il timone della Cgil di Cosenza il 16 giugno del 2009, in un momento storico molto delicato per l’Italia e la Calabria. La crisi morde, soprattutto le fasce più deboli e i territori più fragili. Nonostante le difficoltà oggettive, il nuovo segretario e il gruppo dirigente che lo supporta scelgono di non giocare sulla difensiva, ma di affrontare in maniera incisiva la situazione.

Quattro anni di attività intensa, quindi, per la Cgil di Cosenza che dal 2009 al 2012 si riappropria della piazza per raccogliere le istanze del popolo, elaborarle e sintetizzarle in una 16 costante proposta programmatica. Tra le altre cose il sindacato dà continuità alle battaglie condotte negli ultimi tempi a difesa delle aree interne, basti ricordare la mobilitazione del 2012 che blocca il progetto di “controriforma” di Arssa e Afor che, nelle intenzioni dell’amministrazione Scopelliti, dovevano diventare enti pubblici economici.

Una mobilitazione che impedisce la privatizzazione degli impianti di risalita di Camigliatello e Lorica che, al contrario, passano sotto la gestione dell’Arsac, l’ente che succede all’Arssa. Senza dimenticare infine la stabilizzazione dei lavoratori degli stessi impianti di risalita e degli impianti irrigui.

Un lungo filo rosso che prosegue anche nel 2013, anno del primo secolo di vita della Camera del lavoro bruzia, con un piano del lavoro per le zone montane. Spina dorsale della proposta è l’impiego dei disoccupati per il recupero del territorio, la valorizzazione dei boschi e lo sviluppo della green economy.

Lo scopo è quello di arrestare lo spopolamento delle aree interne e di creare circa 2500 posti, utilizzando fondi regionali ed europei. Autentico centro dell’azione della Cgil resta la storica sede della Camera del lavoro di piazza della Vittoria, da più di settanta anni insostituibile luogo di riferimento del popolo.

Una sede che il segretario Donato e i dirigenti che lo affiancano valorizzano ancor di più, contrastando inoltre l’inspiegabile azione giudiziaria di sfratto promossa dalla Regione Calabria.

L’impegno a difesa della sede e a tutela degli ultimi costituiscono il punto di ripartenza della Cgil di Cosenza che, nell’anno del centenario, è pronta a raccogliere le sfide del mondo che cambia.

Attualmente a ricoprire il ruolo di segretario è Umberto Calabrone