Schermata del 2025-06-27 18-06-48

I CONTI – Il 5% del Pil in armi, Meloni prepara le forbici

Giulio Marcon, Sbilanciamoci!: “Da qui al 2035 l’Italia dovrà trovare 400 miliardi di euro. Una cifra tre volte superiore alla spesa per il servizio sanitario pubblico”

L’Italia ha firmato l’accordo Nato che prevede la crescita della spesa militare sino al 5% del Pil. Una quota enorme che il governo di Giorgia Meloni dovrà drenare dalle casse dello Stato o reperire con la prossima legge di Bilancio.

Giulio Marcon, esponente della campagna Ferma il riarmo e portavoce di Sbilanciamoci! (che ogni anno propone la contro-finanziaria), ci ricorda che “questi accordi si sovrappongono in parte con l’impegno preso a livello europeo, anche se il programma dell’Europa dura anni, mentre l’impegno con la Nato è di 10 anni. Un accordo che non consiste in un obbligo giuridico, ma è un’indicazione politica, tanto è vero che la Spagna si è parzialmente smarcata”.

Inoltre l’impegno per 10 anni può essere ‘spalmato’, come accade per molti impegni pluriennali che sono nella legge di Bilancio: “Si può, ad esempio, stabilire una quota da qui al 2030 e poi negli ultimi anni spendere tutta la quota prevista – afferma Marcon -. Si tende quindi a prorogare gli impegni gravosi agli ultimi anni e questo serve per capire che cosa succederà a partire dalla prossima legge di Bilancio, che potrebbe anche ‘stanziare’ poco quest’anno e prevedere nei prossimi anni un aumento progressivo”.

Cifra da capogiro

In questo 5% il governo può mettere voci diverse, gli impegni per i sistemi d’arma come quelli per le infrastrutture (vedi la notizia circolata secondo la quale potrebbe essere inserito anche il ponte sullo Stretto di Messina, ndr). Ad esempio per dimostrare che arrivano all’attuale 2% quest’anno hanno inserito le spese per la Guardia costiera e la Guardia di Finanza, che fino a oggi non erano incluse nel comparto sicurezza. Quindi dobbiamo capire che cosa ci metteremo dentro”.

Nonostante questi distinguo, la spesa militare del 5% del Pil rappresenta una crescita enorme. “Insieme alla Rete Pace e disarmo e a Milex – prosegue il portavoce di Sbilanciamoci! -, abbiamo fatto delle stime e, benché sia da capire quale sarà ‘andamento del Pil nei prossimi anni, abbiamo calcolato che da qui al 2035 l’Italia dovrà trovare 400 miliardi di euro. Una cifra che equivale a tre volte la spesa per il servizio sanitario pubblico.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto di avere trovato un accordo con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, per un aumento del 3,5%, quindi una mediazione per arrivare poi al 5%: “Si tratta comunque sempre di circa 280 miliardi di euro. Un aumento abnorme. Oltretutto in 10 anni l’aumento delle spese militari in Italia è stato circa più del 60%. Quelli con la Nato e con l’Europa sono impegni che durano nel tempo, quindi una volta che firmi ti sei legato per i prossimi 10, 15, 20 anni a seconda degli investimenti che fai”.

Dove andrà a pescare le risorse il governo?

Tutto questo denaro da destinare alla spesa in armi dovrà in qualche modo essere reperito dalle casse dello Stato, che, a giudicare dai continui tagli, non versano nelle migliori condizioni.

  LEGGI TUTTO ==>  https://www.collettiva.it/copertine/italia/il-5-per-gli-armamenti-meloni-dove-drenera-il-denaro-nato-rrdiwgxu