La relazione della Corte rileva rischi di incostituzionalità nel merito e nel metodo. Ghiglione, Cgil: “Norme sbagliate, scritte male, concepite peggio, che danneggiano le cittadine e i cittadini”
La legge 80 del 9 giugno, il cosiddetto decreto sicurezza, è a rischio incostituzionalità. Lo hanno detto tanti giuristi e costituzionalisti e, adesso, lo certifica la Corte suprema di cassazione in una relazione di 129 pagine in cui, punto per punto, vengono messi nero su bianco i pericoli derivanti dalla nuova normativa e la bocciatura sulla modalità seguita dal governo per l’approvazione.
“Si tratta di norme sbagliate, scritte male, concepite peggio, che danneggiano le cittadine e i cittadini” dichiara Lara Ghiglione, segretaria confederale Cgil.
“Sono particolarmente rilevanti alcuni passaggi della relazione, in particolare quelli che mettono in luce come il decreto contribuisca a criminalizzare il dissenso
Il metodo: assenza di necessità e urgenza
Partiamo dal principio: perché si è scelto di passare da un disegno di legge a un decreto legge? La relazione prende le mosse dall’assunto che il decreto legge è del tutto sovrapponibile al disegno di legge da cui si è dato avvio all’iter, di fatto senza quasi nessuna modifica.
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La Relazione della Corte di Cassazione che fa a pezzi il DL Sicurezza
Qui il link al testo integrale della corte di cassazione Rel.33-2025.pdf
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