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COMUNALI COSENZA, serve una assunzione di responsabilità

 

COMUNALI COSENZA, serve assunzione di responsabilità
Mettere al centro i servizi ai cittadini

 Le elezioni regionali e comunali di Cosenza si avvicinano e la crisi finanziaria, sociale ed anche politica della Calabria, che la pandemia ha ancor di più accentuato, non può non accelerare una discussione che abbia al centro la necessità del cambiamento.

 Bisogna affrontare i problemi, visti nella loro dimensione collettiva, a partire dal diritto dei cittadini, sin qui sempre negato, di avere servizi pubblici efficienti, a cominciare dal diritto alla salute, non adeguatamente esigibile e fruibile in alcuna parte del nostro territorio.

La drammatica insufficienza del sistema sanitario regionale, infatti, si riverbera anche sul diritto all’istruzione che, già fortemente in crisi a causa dall’emergenza pandemica, sconta anche le inefficienze della politica, a cominciare dalla promessa del Governo regionale, mai mantenuta, relativa non solo all’assunzione di 360 infermieri per realizzare una sorta di presidio sanitario all’interno delle scuole ma anche per la mancanza di un progetto regionale sull’intero sistema scolastico.

Lo stesso Governo regionale, peraltro, che pur essendo stato destinatario di cospicue risorse aggiuntive per la gestione, nell’ambito dell’emergenza Covid, del trasporto pubblico locale, attraverso il Presidente f.f. chiede ad altri, e non all’assessore competente, certezze sulla sicurezza dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda il tragitto casa/scuola di molti studenti calabresi.

Se poi ci guardiamo attorno, vediamo le periferie di Cosenza e delle nostre città sommerse da montagne di spazzatura, perché manca un piano realistico e realizzabile per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti e, in particolare, non è mai stata sufficientemente valorizzata la raccolta differenziata che i cittadini fanno quotidianamente e spesso con diligenza, senza che se ne sia, fin qui, visto alcun vantaggio.

Serve, dunque, un’assunzione di responsabilità da parte della politica, che metta al centro i servizi ai cittadini e che accetti la sfida di renderli efficienti.

È necessaria un’altra politica che colga il sommovimento in atto nella società, che sia sensibili ai mutamenti, a partire dall’integrazione culturale, da una nuova idea di sviluppo sostenibile, dalla salvaguardia dell’ambiente con la valorizzazione del lavoro forestale ed il rilancio delle aree interne.

Il tema di fondo e che la politica regionale dica con chiarezza quali progetti materiali e immateriali si debbano finanziare con l’utilizzo delle risorse della next generation.

Bisogna partire da una coalizione, che potremmo definire “sociale”, che parta da idee come queste – ma ce ne sono tantissime altre ugualmente importanti e suggestive – che provi a superare perimetri organizzativi, campanilismi territoriali, veti incrociati, mediazioni al ribasso. Sindacati, associazioni, partiti devono provare a guardare ad un mondo, quello delle “pratiche dell’obiettivo”, perseguite anche in Calabria dal volontariato, dalle associazioni, da comitati di cittadini, da reti ambientaliste, da realtà non governative. Storie e modi di stare assieme che coinvolgono direttamente le persone e il loro fare comunità, affrontando problemi e cercando soluzioni, che conferiscono loro un aspetto squisitamente “politico”.

È auspicabile, dunque, una rigenerazione della politica e per queste ragioni è necessario che si apra subito un confronto serio tra i soggetti disponibili, ma qui ed ora, perché domani potrebbe essere troppo tardi!

L’idea di costituire una coalizione sociale è coraggiosa e sicuramente difficile, ma potrebbe risultare vincente se si mettono da parte le tradizionali e fruste piattaforme, spesso un lungo formulario dei problemi – mai sufficientemente esaustivo, purtroppo – della nostra terra. Ma il momento è questo: l’esperienza terribile della pandemia rischia di rendere più fragili le strutture democratiche, inducendo i cittadini, impauriti e isolati, resi sospettosi e diffidenti dalle difficoltà, ad allontanarsi dalla politica o meglio a dar credito a forze sovraniste, populiste se non addirittura fasciste – America docet! – e quindi è adesso che tutte le forze sinceramente democritiche devono assumersi le loro responsabilità, consapevoli che cambiare si deve e di può.

                                                              IL SEGRETARIO GENERALE

                                                                    Umberto CALABRONE